lunedì 12 novembre 2012

Memorie d'Artista 12/11 al 18/11

In questa nuovo appuntamento della rubrica Memorie d'Artista parleremo di tre personaggi molto rilevanti nelle tre arti:

  • Il pittore Claude Monet,
  • lo scultore Giorgio Pommodoro 
  • l'architetto Giò Ponti.

Claude Monet,
La Gare Saint-Lazare
1887
Il primo artista di cui andremo a parlare questa settimana è il famosissimo Claude Monet probabilmente considerato il pittore che rappresenta meglio il pensiero impressionista.
Claude Monet nacque a Parigi il 14 novembre 1840. Già dai primi anni dell'adolescenza l'artista inizia a disegnare e a vendere alcune caricature di personaggi influenti per alcuni franchi, in questo modo il giovane acquisì una certa fama a Le Havre, dove si era trasferito con la famiglia nel 1845.
Dal 1856 iniziò a studiare disegno presso la scuola di La Havre dove conobbe un vecchio alievo di David, ma il primo vero maestro che portò Monet a preferire la pittura en Plein Air fu Eugéne Boudin con cui lo stesso anno espose per la prima volta la sua tela "La Veduta di Rouelles" a Rouen.

Claude Monet.
La veduta di Rouelles, 1856
Nel 1859  l'artista parti alla volta di Parigi dove, con i pochi soldi che era riuscito a risparmiare, si iscrisse presso l'Accademié Suisse, dove ebbe occasione di conoscere Delacroix, Courbet e Piasarro. Qui iniziò a frequentare la Brasserie des Martyrs e il cafè Guerbois dove incontro Manet.
Giunta la maggior eta nel 1860 l'artista è obbligato a prendere servizio militare come Cacciatore d'Africa d'istanza ad Algeri. Dopo soli due anni di servizio ebbe una licenza di convalescenza presso la sua casa di La Havre dove ritornò e riprese a dipingere, il padre notando quanto importante era la pittura per il figlio riusci a trovare un ragazzo che in cambio di denaro si offri per svolgere il servizio militare al posto di Monet.
Nel 1863 si entusiasmo moltissimo per il quadro "La Colazione sull'Erba" di Manet e cercò di apprenderne il segreto. In questo periodo si definisce sempre più il suo stile impressionistico, fatto di tocchi di colore  a rappresentare giochi di luce senza preoccupazioni verso la forma. Nel 1872 dipinse il quadro che poi diede il nome all'intero movimento "Impressione, Levar del Sol", che fu esposto alla prima mostra degli impressionisti presso lo studio del fotografo Nadar nel 1874.

Claude Monet,
Impressione al levare del sole
1872
In questo periodo lo stile di Monet raggiunge l'apice della sua bellezza e rimane inalterato per tutta la sua attività posteriore, tant'è che parteciperà a tutte le otto mostre degli impressionisti, tenute fino al 1886. Nella sua opera l'artista tende a ripetere infinite volte i soggetti da lui scelti per rappresentarne tutte le varianti coloristiche e luministiche. Molto conosciuta è la serie dei quadri dedicati alla facciata della chiesa gotica di Rouen.

Claude Monet,
La cattedrale di Rouen
Dal 1909 al 1926 anno della sua morte continua il percorso di studio dell'impressionismo con la serie dell "Ninfee", nonostante la demolizione da parte della avanguardie storiche della pittura dell'800.
Senza dubbio il contributo che diede Monet all'impressionismo è stato fondamentale, tant'è che ha continuato a professarla come una religione.

Claude Monet,
Ninfee


Il secondo artista che andremo a trattare è il famoso scultore italiano Giorgio Pomodoro, che ci ha lasciati pochi anni fa.

Giò Pomodoro,
Tensione
1959
Nacque a Orciano di Pesaro il 17 novembre 1930, studiò presso l'istituto per geometri di Pesaro dove si trasferì nel 1945 con la famiglia, qui imparò l'arte della cesellatura nella bottega di un'anziano orafo. Nel 1954 ebbe un breve soggiorno a Firenze dopo il quale si trasferì definitivamente a Milano. Già nel 1955 cominciò a esporre in gallerie di Firenze, Milano, Venezia e Roma.
Insieme al fratello Arnaldo e ad altri artisti italiani collaborò alla rivista "Il gesto", nello stesso anno partecipa  alle mostre del gruppo "Continuità".
Dopo questo primo periodo Pomodoro si distacco dal gruppo e diresse i suoi studi verso una "Rappresentazione razionale dei segni", si dedico quindi alla ricerca scultorea di molti temi fra cui:
  • Esperienze informali sul segno
  • Al ciclo della materia del vuoto e della geometria
  • Superfici e torsione, folle
  • Soli, archi e spirali
Fu invitato alla Biennale di Venezia d'Arte del 1956 dove espose "Argenti fusi su osso di seppia", dedicata a Ezra Pound. Nel 1959 fu invitato in due importanti eventi: il primo "documenta 2" in Germania dove espose "Fluidità Contrapposta", il secondo "Biennale dei giovani artisti" a Parigi dove espone "Superfici in Tensione" dove vinse il premio per la scultura insieme ad Anthony Caro.
Nel 1961 tenne due mostre personali una a Parigi e una a Milano, l'anno successivo venne invitato nuovamente alla Biennale di Venezia e dal 1965 si dedica alle opere Radiali e Quadrati.
Dal 1978 si dedica alla produzione della scenografia dell'opera verdiana La forza del Destino per l'Arena di Verona, alcuni anni dopo esegue la scenografia del Flauto Magico di Mozart per la Fenice di Venezia.
Nel 1984 prese parte alla sua ultima Biennale di Venezia.
Dopo essere colpito da un'ictus nella sua casa di Quercetta, decise di tornare nel suo studio di Milano dove si spense il 21 dicembre 2002.
Senz'altro Pomodoro è uno degli artisti più influenti della seconda metà dell'900 in Italia tant'è che molte sue opere le troviamo tutt'ora esposte in grandi città Come Roma.

Giò Pomodoro,
Sole
1985
L'ultimo personaggio per questa settimana è Giò Ponti designer e architetto italiano.
Giò Ponti nato a milano il 18 ottobre 1891, si laureò al Politecnico di Milano nel 1921 dopo aver dovuto interrompere gli studi per la sua partecipazione alla prima guerra mondiale.


Agli inizi della sua carriera apri lo studio assieme all'architetto Emilio Lancia, che poi lascerà per iniziare una collaborazione con gli ingegneri Gioacchino Luigi Mellucci, Antonio Fornaroli ed Eugenio Soncini.
negli anni venti inizia la sua attività di designer nella rinomata industria di ceramiche Richard Ginori, dove rielabora l'intero disegno industriale della società, grazie a questo intervento vinse il "Gran Prix" all'esposizione di Parigi del 1925. Negli anni a seguire la sua attività è orientata verso ai temi classici, parteciperà al gruppo "Novecento" che sarà in contrapposizione al "Gruppo 7".

Giò Ponti
Ceramiche per Richard Ginori
Nel 1928 fondò la rivista Domus che fu insieme a Casabella il centro del dibattito culturale architettonico della seconda del 900.
L'attività di Ponti negli anni trenta si estende dalla organizzazione della V Triennale d'arte di Milano alla progettazione delle scene e dei costumi per il Teatro la Scala. Partecipa alla Associazione del Disegno Industriale in modo attivo promuovendo la nascita del premio "Compasso d'Oro" voluto dai Grandi Magazzini Rinascente. Dopo aver ricevuto svariati premi nazionali ed internazionali nel 1936 diventa professore del politecnico di Milano, cattedra che manterrà fino al 1961.
nel 1951 si unisce allo studio assieme a Fornaroli, l'architetto Alberto Rosselli, nel frattempo i progetti diventano più innovativi abbandonando i frequenti riallacci al neoclassico. Qui inizia uno dei suoi periodi più fecondi dove costruirà moltissimi progetti d'architettura e realizza moltissime opere di design, di questo periodo è il Grattacielo Pirelli.

Giò Ponti, Pier Luigi Nervi,
Grattacielo Pirelli,
1956
Giò Ponti morirà poi nel 1979. Questo architetto nella storia italiana è senz'altro di incredibile rilievo per aver contribuito alla  nascita, di una delle testate giornalistiche per l'architettura e design molto importante come Domus, che tutt'ora è pubblicata e ha raggiunto fama internazionale. Per poi non parlare delle importanti architetture da lui progettate tra cui il Grattacielo Pirelli uno dei più importanti edifici a Milano. Ricordo a tutti gli appassionati di Giò Ponti l'interessante mostra: "Idee di arte e architettura a Imola e in Romagna"




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